PROVE DI COLLAUDO DELLA CASSA DI ESPANSIONE SUL FIUME PANARO
28 Aprile 2021: Sono iniziate le attività connesse alla Prima Fase degli Invasi Sperimentali (ai sensi dell’art. 13 del D.P.R. 1363/59) della Cassa di Espansione sul Fiume Panaro (MO) con il riempimento forzato del serbatoio di laminazione mediante manovra sulle paratoie.
La cassa di espansione sul Panaro rappresenta una delle più importanti opere idrauliche per la salvaguardia della pianura modenese.
Il contributo di Studio Majone – Majone & Partners
Nicola Pessarelli e Denis Cerlini dello Studio Majone sono rispettivamente “ingegnere responsabile della sicurezza delle opere e dell’esercizio dell’impianto” e suo sostituto della “diga di Panaro” e della “diga Secchia”, ai sensi della normativa sulle grandi dighe, che prevede questa figura quale referente tecnico tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed il Gestore dell’opera (in questo caso AIPo).
Raggiungimento della quota autorizzata nella Prima Fase degli Invasi Sperimentali
Il 29 Aprile 2021, a seguito del raggiungimento della quota autorizzata per la Prima Fase, sono iniziate le operazioni di rilascio delle portate a valle, con la riapertura graduale delle paratoie dello sbarramento.
In questa prima fase degli invasi sperimentali il fiume Panaro ha riempito l’invaso della Cassa di Sant’Anna con 3 milioni e 400 mila metri cubi d’acqua, il tutto nel pieno rispetto del deflusso minimo vitale del fiume.
L’ingegnere responsabile Nicola Pessarelli di Studio Majone ha accompagnato l’assessore regionale Difesa del suolo e Protezione civile, Irene Priolo, ed il sindaco di San Cesario sul Panaro, Francesco Zuffi assieme ai funzionari dell’AIpo per un sopralluogo durante le operazioni, che sono tutt’ora in corso e che si protrarranno per diversi giorni consentendo misure e monitoraggi del manufatto di sbarramento e delle arginature della cassa di espansione.
A questa Prima Fase degli Invasi Sperimentali ne seguiranno altre due, ad altezze di invaso progressivamente crescenti, fino al raggiungimento di oltre 23 milioni di mc d’acqua nella fase finale.
DATI PRINCIPALI DELLA DIGA
– altezza della diga (ai sensi della L. 584/1994) | 2 15,85 | m |
– quota coronamento | 44,62 | m s.m. |
– quota massimo invaso | 43,023 | m s.m. |
– altezza di massima ritenuta | 14,254 | m |
– quota massima di regolazione | 40,83 | m s.m. |
– quota minima di regolazione | 29,27 | m s.m. |
– franco | 1,60 | m |
– franco netto | 1,00 | m |
– sviluppo del coronamento | 151,60 | m |
– larghezza del coronamento (passerella) | 2,50 | m |
– volume del corpo diga | 49.689,00 | m3 |
– classifica ai sensi del D.M. 26.06.2014 | Tipo misto d (a.1+b) | |
– quota (media) dei rilevati di spalla | 44,50 – 44,60 m s.m. |
DESCRIZIONE DELL’OPERA
La cassa di laminazione del Fiume Panaro sbarra il corso d’acqua in località Sant’Anna fino ai comuni di San Cesario sul Panaro, in destra, e Modena, in sinistra. Nella configurazione generale, la cassa si estende su una superficie di circa 4,29 km2 ed è racchiusa da argini in terra. All’interno della superficie della cassa è stata realizzata una cassa di espansione laterale con soglia sfiorante della lunghezza di 300 m.
Manufatto regolatore
L’opera principale è rappresentata da uno sbarramento in calcestruzzo, rettilineo, di lunghezza complessiva di circa 150 m. La diga è divisa in cinque conci dei quali i tre centrali hanno lunghezza pari a 25 m mentre i due laterali 37,50 m. Il paramento di monte ha andamento verticale mentre quello di valle ha una pendenza pari al 95%.
L’intero sbarramento è sfiorante con quota della soglia a quota 40,83 m s.l.m. frutto della sopraelevazione del progetto di adeguamento a maggiori portate del 1986.
Il sovralzo dello sbarramento dall’originale quota della soglia di 39,55 m s.l.m. all’attuale era previsto sin dall’inizio della costruzione e, per tale motivo, nella struttura realizzata erano stati lasciati i fori per l’ancoraggio della parte sommitale tramite barre diwidag e barre che potevano essere scoperte facilmente per completare l’armatura dell’opera.
Il coronamento è realizzato da un impalcato in c.a.p. poggia 12 pile intermedie in c.a. e sulle due spalle artificiali. Le spalle artificiali sono costituite da elementi in c.a. a struttura trapezia cava rinforzata da contrafforti.
La struttura di tenuta in fondazione è costituita da 2 file di diaframmi in cemento armato longitudinali, al piede di monte e di valle, e 24 file trasversali, ad interasse variabile.
A valle dello sbarramento principale è realizzata una platea in c.a. dello spessore di 2 m e della lunghezza di 35,83 m; su di essa, per la dissipazione, è presente una coppia di doppie file di denti Rehbock in c.a.
Il corpo diga presenta cinque luci di scarico di sezione rettangolare, sui due conci laterali sono, inoltre, presenti ulteriori due luci per ogni concio. Tutte le luci sono munite di paratoie piane realizzate, però in tempi diversi.
Le quattro luci laterali sono state progettate sin dall’origine con le paratoie mentre sulle cinque luci di maggiore sezione le paratoie sono state installate nel 2013 con lo scopo di garantire la necessaria flessibilità gestionale dell’infrastruttura e di ottimizzare la laminazione delle piene.
Cassa laterale
È ubicata in destra idraulica, in corrispondenza dell’abitato di Sant’Anna, isolando una porzione di circa 68 ha dell’intera superficie.
Il manufatto sfioratore è realizzato con una struttura in c.a. di lunghezza pari a 300 m e quota della soglia pari a 40,18 m s.l.m. mentre la quota degli argini è pari a circa 41,50 m s.l.m.8.
Il manufatto in c.a. presenta, a monte e a valle, rinfianchi con quota sommitale pari a circa 39,00 m s.l.m.
Argini
Gli argini dell’intera cassa di laminazione sono stati realizzati con appalti diversi rispetto a quelli del manufatto regolatore nei quali era prevista la sola realizzazione dei tratti arginali immediatamente adiacenti lo stesso manufatto.
Questi sono stati realizzati con i materiali di risulta degli scavi dello sbarramento. All’unghia di monte è presente un diaframma in c.a.
Il paramento di monte è protetto da una stuoia prefabbricata bituminosa al di sopra della quale è stato realizzato un materasso “reno” di spessore pari a 23 cm. Al contatto con le spalle in c.a. è stata posizionata una guaina in gomma.