di Beatrice Majone
Il 3° Festival dell’Acqua si è concluso dopo 5 giorni entusiasmanti di interventi, tavole rotonde, spettacoli e laboratori al cui centro c’era l’acqua: dall’acqua di Talete, come principio di tutte le cose, all’acqua come oggetto di un servizio la cui gestione deve trovare una sostenibilità economico-finanziaria.
Momenti di dibattito e confronto come questi sono fondamentali per fare in modo che il nostro paese faccia i doverosi e necessari passi avanti verso il raggiungimento degli obiettivi di tutela della risorsa idrica, di difesa del territorio e di efficienza gestionale del servizio idrico integrato che l’Unione europea ci impone per il bene della comunità e dell’ambiente.
Le parole chiave da conservare e da ricordare nell’impegno quotidiano di tutti noi che ci occupiamo di acqua devono essere:
COMPETENZA. In Italia ce ne è molta, anzi moltissima ma disomogeneamente presente sia in ambito pubblico che privato. La pubblica amministrazione e le società di gestione devono garantire la competenza di chi opera sia a titolo pubblico che privato.
FORMAZIONE. Formare tecnici, amministratori, gestori per omogeneizzare le competenze nel nostro paese e per garantire quella che deve essere una competenza minima sotto la quale non si è idonei ad operare. La scuola non è sufficiente.
RESPONSABILITA’ed ETICA. La competenza tecnica non basta. La responsabilità e l’etica devono essere presenti in tutti coloro che sono chiamati a prendere decisioni che hanno conseguenze sulla qualità dell’acqua, sulla sicurezza dei cittadini e del territorio.
RISORSE ECONOMICHE E FINANZIARIE. Non sono sufficienti e quelle disponibili devono essere spese meglio. Più impegno da parte pubblica e privata.
IL CONNUBIO ACQUA – SUOLO è IMPRESCINDIBILE. Il confronto sulle ripercussioni che questo connubio ha nel quadro delle competenze, responsabilità ed organizzazione del servizio idrico e della gestione del territorio deve essere continuato in sede istituzionale. Scelte sbagliate in tal senso possono avere ripercussioni gravissime.
INTEGRAZIONE E MULTIDISCIPLINARIETA’. Siamo all’inizio di un lungo percorso senza il quale il raggiungimento degli obiettivi espressi da tutti i relatori sarebbe illusorio.
COMUNICAZIONE. Comunicare e diffondere la cultura dell’acqua e del territorio è d’obbligo in un paese fragile e vulnerabile come il nostro. I cittadini devono essere informati correttamente su quali sono le situazioni di rischio a cui sono esposti e su come dare il loro contributo. Il presidio diffuso del nostro territorio è imprescindibile per mitigare il rischio.
DIVARIO TRA NORD E SUD. Impegno del governo centrale e dei gestori per colmarlo.