13 ottobre 2015: l’ alluvione del Baganza un anno dopo
Marco Belicchi, Nicola Pessarelli
Ad un anno esatto dalla piena del T. Baganza che nel pomeriggio del 13 ottobre 2014 esondò alla periferia sud di Parma dopo avere distrutto il ponte ciclopedonale della Navetta ed “ingolfato” di detriti il ponte dei Carrettieri vogliamo ricordare questo evento dalle caratteristiche idrologiche sicuramente eccezionali sotto una duplice prospettiva.
Una strettamente tecnica, di chi opera quotidianamente nel campo della progettazione di opere idrauliche strategiche finalizzate alla protezione idraulica del territorio, ma anche una più divulgativa, rivolto ad un pubblico più ampio che sia interessato a comprendere quanto accaduto in modo semplice ma rigoroso.
Studio Majone da oltre 10 anni è al fianco degli Enti preposti alla protezione idraulica del territorio per la risoluzione delle problematiche di difesa della città di Parma dalle piene del T. Baganza. Nel 2005 venne redatto il primo progetto preliminare per conto di Regione Emilia-Romagna che prevedeva una soluzione progettuale finalizzata alla riduzione delle portate di piena a valori compatibili con le caratteristiche dell’alveo nella città di Parma. In sintesi, si trattava di una cassa di laminazione prevista a Casale di Felino, poco a valle del ponte di Sala Baganza, a 3 comparti, con volume utile di 3,4 Mmc necessario per ridurre da 800 a 500 mc/s la portata al colmo di piena duecentennale. A seguito di significativi eventi di piena che evidenziarono la criticità del nodo idraulico di Colorno (dic. 2009) AIPO – Agenzia Interregionale per il fiume Po, subentrata nel frattempo a Regione E-R nella competenza sullo sviluppo della Cassa di espansione, tramite apposito accordo di programma con gli Enti coinvolti (Autorità di Bacino fiume Po, comuni, provincia, Università degli Studi di Parma) sviluppava una serie di studi propedeutici idrologici, idraulici, geotecnici ed infrastrutturali finalizzati ad una soluzione che consentisse di incrementare la sicurezza anche del nodo critico di Colorno. Tale obiettivo ha introdotto parametri progettuali più severi per la cassa di espansione, ora a comparto unico: riduzione del 36 % (da 470 a 300 mc/s) della portata in uscita a valle della cassa per l’evento centennale e conseguente aumento del volume necessario pari al 38% (da 3.4 a 4.7 milioni mc).
Successivamente all’evento alluvionale occorso un anno fa Majone&Partners engineering ha redatto in tempi strettissimi (marzo 2015) il progetto preliminare, aggiornato sulla base degli approfondimenti sopra citati (vedi: https://www.studiomajone.it/portfolio-items/cassa-di-espansione-sul-t-baganza/), che ora è inserito nel Piano nazionale – Città metropolitane di #Italiasicura con la dizione “Interventi per la messa in sicurezza della città di Parma e del nodo idraulico di Colorno”, Intervento cod.: 08IR026/G3, importo totale: 55 milioni di euro.
Per chi volesse una ricostruzione dell’alluvione di un anno fa, quasi in “presa diretta” ed a carattere essenzialmente divulgativo, si riporta in allegato l’articolo “13 ottobre 2014: il Baganza fa tremare Parma”( clicca per leggere il pdf, 9Mb) a cura di Marco Belicchi, inserito nel numero unico “La Césa di Sant” distribuito in occasione del Natale 2014 ad oltre 2500 famiglie del quartiere Molinetto, in buona parte inondato dalle acque del Baganza. Attraverso la pubblicazione autorizzata della scheda “Io non rischio – alluvione” curata dal Dipartimento della Protezione Civile nazionale l’articolo ha inteso sensibilizzare la popolazione sui comportamenti corretti da tenere in caso di alluvione per non incorrere in situazioni di pericolo anche grave (in proposito, vedi anche l’interessante contributo del collega Giacomo Galimberti, “Alluvioni: cose da sapere per non rischiare”, https://www.studiomajone.it/alluvioni-cose-da-sapere-per-non-rischiare/).
PAROLE CHIAVE: Alluvione Baganza, 13 ottobre 2014, cassa di espansione